Appunti di Viaggio

settembre 21, 2010

Altai (Wu Ming)

Filed under: Appunti — emmedi @ 12:56 am
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‎”Se voi desiderate prendere una lepre, che le diate la caccia con i cani o col falco, a piedi o a cavallo, resterà sempre una lepre. La libertà, invece, non rimane mai la stessa, cambia a seconda della caccia. E se addestrate dei cani a catturarla per voi, è facile che vi riportino una libertà da cani”

“Lei lo seguiva, una sacca di cuoio in mano e la gabbia del cardellino nell’altra. Era vestita a festa, con un abito color sabbia fitto di ricami e uno scialle di seta a coprire le spalle. Ne ammirai il portamento fiero, ben poco adatto alla vita di una cameriera, o di una contadina in una colonia remota. Mi chiesi il perchè di un abito tanto sontuoso e la risposta mi attraversò la mente.
Se la materia di cui sono impastate le tue membra è buona, se il tuo cuore e la tua mente sono saldi, allora i rovesci della sorte vanno accolti come ospiti di riguardo. Questo stava dicendo Dana.”

febbraio 28, 2009

Considerazioni – Uno, nessuno e centomila (Pirandello)

Filed under: Appunti — emmedi @ 3:34 PM
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“E viene a domandare a me le mie considerazioni sulla vita, quelle che per l’imputata sono state la cagione d’uccidermi? Ma se io giele ripetessi, signor giudice, ho gran paura che lei non ucciderebbe più me, ma se stesso, per il rimorso d’avere per tanti anni esercitato codesto suo ufficio. No, no: io non gliele dirò, signor giudice! E’ bene che lei anzi si turi gli orecchi per non udire il terribile fragore d’una certa rapina sotto gli argini, oltre i limiti che lei, da buon giudice, s’è tracciati e imposti per comporre la sua scrupolosissima coscienza. Possono crollare, sa? in un momento di tempesta come quello che ha avuto la signorina Anna Rosa. Che rapina? Eh, quella della gran fiumana, signor giudice! Lei l’ha incanalata bene nei suoi affetti, nei doveri che c’è imposti, nelle abitudini che s’è tracciate; ma poi vengono i momenti di piena, signor giudice, e la fiumana straripa, straripa e sconvolge tutto. Io lo so. Tutto sommerso, per me, signor giudice! Mi ci sono buttato e ora ci nuoto, ci nuoto. E sono, se sapesse, già tanto lontano! Quasi non la vedo più. Si stia bene, signor giudice, si stia bene!”

Distrazioni – Uno, nessuno e centomila (Pirandello)

Filed under: Appunti — emmedi @ 3:17 PM
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“Non già, badiamo, ch’io opponessi volontà a prendere la via per cui mio padre m’incamminava. tutte le prendevo. Ma camminarci, non ci camminavo. Mi fermavo ad ogni passo; mi mettevo prima alla lontana, poi sempre più da vicino a girare attorno a ogni sassolino che incontravo, e mi meravigliavo assai che gli altri potessero passarmi avanti senza fare alcun caso di quel sassolino che per me intanto aveva assunto le proporzioni d’una montagna insormontabile, anzi d’un mondo in cui avrei potuto senz’altro domiciliarmi.

Ero rimasco così, fermo ai primi passi di tante vie, con lo spirito pieno di mondi, o di sassolini, che fa lo stesso. Ma non mi pareva affatto che quelli che m’erano passati avanti e avevano percorso tutta la vita, ne sapessero in sostanza più di me. M’erano passati avanti, non si mette in dubbio, e tutti braveggiando come tanti cavallini; ma poi, in fondo alla via, avevano trovato un carro: il loro carro; vi erano stati attaccati con molta pazienza, e ora se lo tiravano dietro. Non tiravo nessun carro, io; e non avevo perciò nè briglie nè paraocchi; vedevo certamente più di loro, ma andare, non sapevo dove andare”

febbraio 2, 2009

Alla vita (Nazim Hikmet)

Filed under: Appunti — emmedi @ 6:55 PM
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Prendila sul serio

come fa lo scoiattolo, ad esempio,

senza aspettarti nulla

dal di fuori o nell’aldilà.

Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

ma sul serio a tal punto

che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,

o dentro un laboratorio

col camice bianco e grandi occhiali,

tu muoia affinché vivano gli uomini

gli uomini di cui non conoscerai la faccia,

e morrai sapendo

che nulla è più bello, più vero della vita.

Predila sul serio

ma sul serio a tal punto

che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi

non perchè restino ai tuoi figli

ma perché non crederai alla morte

pur temendola,

e la vita peserà di più sulla bilancia.

gennaio 25, 2009

La solitudine dei numeri primi (Paolo Giordano)

“Ci si può ammalare anche solo di un ricordo”



“C’era stata quella volta e ce n’erano state infinite altre, che Alice non ricordava più,

perchè l’amore di chi non amiamo si deposita sulla superficie e da lì evapora in fretta”

gennaio 8, 2009

L’amore ai tempi del colera (Gabriel Garcìa Màrquez)

Filed under: Appunti — emmedi @ 1:42 am
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Florentino Ariza lo ascoltò senza batter ciglio. Poi guardò dalle finestre il cerchio completo del quadrante della rosa dei venti, l’orizzonte nitido, il cielo di dicembre senza una nuvola, le acque navigabili per sempre, e disse:

“Andiamo a dritta, a dritta, a dritta, di nuovo verso La Dorada”

Fermina Daza rabbrividì, perchè riconobbe l’antica voce illuminata dalla grazia dello Spirito Santo, e guardò il capitano: era lui il destino. Ma il capitano non la vide, perchè era annientato dal tremendo potere di ispirazione di Florentino Ariza.

“Parla sul serio?” gli domandò.

“Da quando sono nato” disse Florentino Ariza, “non ho detto una sola cosa che non sia sul serio.”

Il capitano guardò Fermina Daza e vide sulle sue ciglia i primi bagliori di una brina invernale. Poi guardò Florentino Ariza, il suo dominio invincibile, il suo amore impavido, e lo spaventò il sospetto tardivo che è la vita, più che la morte, a non avere limiti.

“E fin quando crede che possiamo proseguire questo andirivieni del cazzo?” gli domandò.

Florentino Ariza aveva la risposta pronta da cinquantatrè anni, sette mesi e undici giorni con le loro notti.

“Tutta la vita” disse.

dicembre 20, 2008

Don Raffaè (De Andrè)

Filed under: Appunti — emmedi @ 3:58 PM
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Napoli

Napoli

Io mi chiamo Pasquale Cafiero
e son brigadiero del carcere oine’
io mi chiamo Cafiero Pasquale
sto a Poggioreale dal ’53
e al centesimo catenaccio
alla sera mi sento uno straccio
per fortuna che al braccio speciale
c’e’ un uomo geniale che parla co’mme.
Tutto il giorno con quattro infamoni
briganti, papponi, cornuti e lacche’
tutte ll’ore co’ ‘sta fetenzia
che sputa minaccia e s”a piglia co’ mme
ma alla fine m’assetto papale
mi sbottono e mi leggo ‘o ggiurnale
mi consiglio con don Raffae’
mi spiega che penso e bevimm”o ccafe’
.
Ah, che bellu ccafe’
sulo ‘n carcere ‘o sanno fa’
co’ ‘a recetta ch’a Cicirinella
compagno di cella ci ha dato mamma’.

Prima pagina venti notizie
ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
si costerna, s’indigna, s’impegna
poi getta la spugna con gran dignita’.
Mi scervello. mi asciugo la fronte
per fortuna c’e’ chi mi risponde
a quell’uomo sceltissimo e immenso
io chiedo consenso, a don Raffae’.
Un galantuomo che tiene sei figli
ha chiesto una casa e ci danno consigli
l’ assessore che Dio lo perdoni
‘ndentro ‘a roulotte ci alleva i visoni.
Voi vi basta una mossa, una voce
c’a ‘stu Cristo ci leva ‘na croce.
Con rispetto, s’e’ fatto le tre
vulite ‘a spremuta o vulite ‘o caffe’?
Ah, che bellu ccafe’
sulo ‘n carcere ‘o sanno fa’
co’ ‘a recetta ch’a Cicirinella
compagno di cella ci ha dato mamma’
Ah, che bellu ccafe’
sulo ‘n carcere ‘o sanno fa’
co’ ‘a recetta di Cicirinella
compagno di cella precisa a mamma’

‘Cca ci sta l’inflazione, la svalutazione
e la borsa ce l’ha chi c’e’ l’ha
io non tengo compendio che chillo stipendio
e’ un ambo se sogno a papa’

Aggiungete mia figlia Innocenza
vuo’ ‘o marito, nun tiene pazienza
non vi chiedo la grazia pe’mme
vi faccio la barba o la fate da se’?
Voi tenete un cappotto cammello
che al maxi-processo eravate ‘o cchiu bello,
un vestito gessato marrone
cosi’ ci e’ sembrato alla televisione
pe ‘ste nozze vi prego Eccellenza
mi prestasse pe’ ffare presenza
io gia’ tengo le scarpe e ‘o gile’
gradite ‘o Campari o vulite ‘o ccafe’?
Ah, che bellu ccafe’
sulo ‘n carcere ‘o sanno fa’
co’ ‘a recetta ch’a Cicirinella
compagno di cella ci ha dato mamma’.
Ah, che bellu ccafe’
sulo ‘n carcere ‘o sanno fa’
co’ ‘a ricetta di Cicirinella
compagno di cella preciso a mamma’.
Qui non c’e’ piu’ decoro, le carceri d’oro
ma chi ll’ha mai viste, chissa’
cheste so’ fatiscenti pe’ cchisto ‘e fetienti
si tengono l’immunita’
don Raffae’ voi politicamente
io vi giuro sarebbe ‘nu santo
ma a’cca dinto voi state a paga’
e fora chist’atre se stanno a spassa’.
A proposito, tengo nu frate
che da quindici anni sta disoccupato
chillo ha fatto cinquanta concorsi
novanta domande e duecento ricorsi
voi che date conforto e lavoro,
Eminenza, vi bacio e v’imploro
chillo dorme cu mamma e cu mme
che crema d’Arabia ch’e’ cchistu ccafe

dicembre 5, 2008

Doni (Erri De Luca)

Filed under: Appunti — emmedi @ 3:03 am
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[…] Mi piace però il gesto di porgere il regalo, il moto di premura, bello come quello di restare in ascolto di una persona. Di mio preferisco regalare vino, che è un modo di essere ricordato brevemente, a sorsi.

Non me la sento di fare il pedante rimprovero al Natale ridotto a merci in faccia. Ho smesso di occuparmene da quando la morte di mio padre è stata un “rompete le righe. Però fu bello per un bambino di Napoli avere in casa per un mese un legno resinoso che dava allegria di boschi. L’abete sacrificale abbattuto sui monti e addobbato a palline era la natura scesa a renderci migliori col suo odore di cieli aperti e nevi. Gesù bambino era un legno tagliato e venduto per strada.

In fine per me la scrittura è un dono, che mi faccio a prezzi modici. Che possa esserlo anche per lo sconosciuto che legge, resta per me una sorpresa, mai potrò abituarmi. E’ uno di quegli scambi, incontri di fortuna, improvvisati, a distanza, come versare vino in un bicchiere lontano.

dicembre 3, 2008

Ascoltare (Erri De Luca)

Filed under: Appunti — emmedi @ 2:22 am
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“Un ascolto partecipe vale almeno quanto un buon consiglio.”

ottobre 3, 2008

Guida galattica per autostoppisti (D. Adams)

Filed under: Appunti — emmedi @ 1:25 am
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[…] Il presidente, in particolare, è soltanto un prestanome: non esercita in effetti il benchè minimo potere. E’ sì scelto dal governo, ma le qualità che deve dimostrare di avere non sono quelle tipiche del leader: la sua fondamentale qualità è saper provocare scandali. Per questa ragione scegliere un presidente non è facile: bisogna poter scegliere una persona che sappia provocare il furore nella gente, ma che sia anche in grado di affascinarla. Il suo compito non è esercitare il potere, ma stornare l’attenzione della gente dal potere stesso. In questo senso Zaphod Beeblebrox è uno dei migliori presidenti che la galassia abbia mai avuto: ha già passato in carcere per truffa due dei dieci anni della presidenza. […]

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